Black Hat Seo, Cos’è e quali sono le tecniche black hat più utilizzate

L’interazione costante con i motori di ricerca proietta le strategie di marketing verso una comunicazione basata su parole chiave e algoritmi particolarmente sensibili ai contenuti di qualità. In questo processo in continua evoluzione si mette in evidenza un nuovo modo di gestire i contenuti online: l’Ottimizzazione SEO. Sebbene negli ultimi anni molte persone si affidino alle strategie SEO per migliorare il loro posizionamento aziendale sul web, molte di queste non hanno ben chiaro il concetto di Black Hat SEO.

Nelle prossime righe analizzeremo meglio questo aspetto e ne valuteremo rischi e potenzialità.

Black Hat SEO: cos’è

Prima di focalizzare lo sguardo sulla definizione di Black Hat SEO è indispensabile comprendere quella di SEO. Con la parola Search Engine Optimization (SEO) si identifica quella strategia capace di far emergere specifici contenuti web rispetto ad altri sui motori di ricerca, utilizzando strumenti di analisi oggettiva.

L’applicazione del Black Hat SEO invece, identifica una serie di tecniche scorrette che utilizzano l’Ottimizzazione SEO per aggirare i motori di ricerca. Quando si utilizza l’espressione “Cappello Nero” ci si riferisce alle diverse tecniche che vengono utilizzate in modo subdolo dagli SEO Specialist per raggiungere gli obiettivi prefissati nei tempi concordati.

La definizione di Cappello Nero deriva dal tradizionale cappello utilizzato dai cattivi nei film western, a cui si opponevano i protagonisti positivi con il loro cappello bianco.

Negli ultimi anni l’utilizzo rilevante di queste tecniche, sebbene comporti dei benefici nel breve periodo, stanno allertando gli algoritmi dei motori di ricerca vincolandole alle Black List.

Black Hat SEO: a cosa serve

Una delle domande più ricorrenti, di chi si avvicina per la prima volta a questa tipologia di tecniche, è a cosa possano servire concretamente le tecniche del Black Hat SEO. La risposta è da ricercare principalmente in tre finalità, vediamo quali.

  • Accelerare i tempi di visibilità sui motori di ricerca;
  • Aggirare l’algoritmo;
  • Strategia di marketing invasiva.

Accelerare i tempi di visibilità sui motori di ricerca: l’obiettivo principale delle tecniche di Black Hat SEO è quello di posizionare nelle prime pagine dei motori di ricerca i link desiderati, siano essi un sito web personale oppure di un eCommerce.

Aggirare l’algoritmo: lo studio analitico degli algoritmi dei diversi motori di ricerca da parte dei SEO Specialist, pone in evidenza i possibili punti deboli. Esaminando le criticità dei motori di ricerca è possibile identificarne le meccaniche e pianificare una strategia dedicata per comparire nelle prime ricerche sul web. Non tutti gli algoritmi sono identici tra loro, per questo motivo le tecniche utilizzate cambiano a seconda dell’esigenza dei committenti e soprattutto delle variazioni nel tempo della piattaforma di riferimento.

Strategia di marketing invasiva: chi ha bisogno di una strategia di marketing particolarmente incisiva sfrutta le tecniche Black Hat SEO per incrementare la propria visibilità sul web. Benché nel breve termine tale processo possa sembrare produttivo, nel medio-lungo periodo comporta più problematiche di quanto si possa pensare.

Black Hat SEO: le caratteristiche

La definizione di Black Hat SEO e le motivazioni che spingono sempre più persone nell’utilizzare tali tecniche, non danno l’idea di quelle che possono essere le caratteristiche. Vediamo quali sono le specifiche su cui i professionisti di questo nuovo modo di gestire il SEO lavorano costantemente.

Ottimizzazione altrui: chi utilizza le tecniche Black Hat SEO usualmente lavora nell’ambito del web 2.0-3.0, preferendo interagire su progetti altrui.

Tecniche automatiche: coloro che attuano questa strategia SEO preferiscono affidarsi a tecniche automatizzate, per non analizzare costantemente i dati.

Creazione di backlink: una delle caratteristiche più importanti per chi si affida a strategie di Black Hat SEO è l’impiego costante di backlink sulle piattaforme particolarmente rilevanti. I contenuti di qualità sono estremamente valorizzati sui motori di ricerca, soprattutto su Google, tale condizione induce a una crescita esponenziale dei valori di visibilità.

Contenuti: quando un SEO Specialist applica le tecniche di Black Hat SEO non produce contenuti nuovi di qualità, ma si affida a contenuti già esistenti sparsi sulla rete. In questo caso si preferisce veicolare degli ottimi contenuti prodotti da altre piattaforme attraverso la tecnica di spinning, sfruttando al meglio ciò che il motore di ricerca posiziona tra le prime pagine.

L’integrazione delle attività principali su parole chiave rende sicuramente più semplice tale programmazione, sebbene negli ultimi anni è sempre più difficile farlo.

Utilizzo di Tool: come anche per la tradizionale Ottimizzazione SEO, anche per una tecnica di Black Hat SEO è indispensabile sfruttare software dedicati per pianificare al meglio la collocazione dei siti web sui motori di ricerca. Vengono utilizzati dei tool sia di acceso comune che strumenti automatici per veicolare la pagina web desiderata nel miglior modo possibile.

Outsourcing: caratteristica spesso sottovalutata delle tecniche di Black Hat SEO è l’impiego costante di outsourcing. Con questo termine si identifica quella tipologia di incarico dato a una società esterna specializzata per migliorare le attività della propria azienda in modo da limitare i tempi di lavorazione e i costi delle risorse umane.

Black Hat SEO: le tecniche più frequenti

Le tecniche applicabili per aggirare i motori di ricerca sono veramente tante, ognuna ha un obiettivo ben preciso e può essere utilizzata per accelerare il posizionamento nelle prime pagine, ma non vi è alcun dubbio sul fatto che cinque di queste siano quelle più inflazionate dai SEO Specialist, vediamo quali sono.

  • Link farm;
  • Keyword Stuffing;
  • Doorway Pages;
  • Swapping;
  • Pingback Spam.

Link Farm

Come è facile dedurre dalla traduzione in lingua inglese, con questa tecnica si crea una vera e propria fattoria di link. La tecnica consiste nello sfruttare delle pagine web con pochissimi contenuti originali e utilizzarle solo come mezzo per pubblicare link diretti verso siti specifici, con l’obiettivo di incrementare il loro PageRank.

Sicuramente è tra le metodologie più invasive, in cui i backlink hanno un ruolo determinante per indirizzare gli utenti verso un sito scelto dal Consulente SEO per aumentarne il valore di popolarità.

Keyword Stuffing

Se da un punto di vista tecnico l’Ottimizzazione SEO lavora su una quantità ideale di parole chiave, lo scopo delle tecniche Black Hat SEO è quello di applicare un numero spropositato di parole chiave al fine di incrementare la popolarità del sito di riferimento.

La densità delle keyword è un tema molto particolare, su cui ormai i motori di ricerca stanno ponendo sempre più limiti. Se in passato poteva essere una strategia vincente, oggigiorno c’è una vera e propria limitazione da parte dei motori di ricerca verso coloro che esagerano con le parole chiave.

Doorway Pages

Quando si parla della tecnica di Doorway Pages ci si riferisce alla creazione di pagine speculari con lo scopo di incrementare la visibilità sui motori di ricerca. Nella gran parte dei casi sono semplicemente delle pagine autogenerate verso una determinata parola chiave, indirizzate su siti completamente fuori tema.

Nel concreto viene creata una pagina piena di parole chiave, generata per ingannare il motore di ricerca sulla reale qualità del contenuto al loro interno.

Swapping

Sebbene fino a qualche anno fa fosse una delle tecniche preferite da chi applicava una strategia di Black Hat SEO, attualmente è andata in disuso poiché particolarmente attenzionata dai motori di ricerca.

La tecnica consiste nel dar vita a una pagina web ricca di parole chiave per attrarre l’algoritmo dei motori di ricerca, per sostituirla successivamente con una pagina web reale su cui si intende avere la massima visibilità. Tale comportamento al momento è sinonimo di ban da parte dei motori di ricerca; quindi, difficilmente un SEO Specialist la applicherà alla sua strategia.

Pingback Spam

Ultima, ma non meno importante, tecnica con cui può essere attuata una strategia Black Hat SEO è la Pingback Spam. Questa consiste nell’impiegare un software che effettui ping in continuazione sulle pagine che si vogliono valorizzare. L’obiettivo di questo processo è quello di far credere ai motori di ricerca che la pagina sia particolarmente apprezzata e visitata dagli utenti.

Conclusioni

L’applicazione del Black Hat SEO fino a qualche anno fa ha dato grandissimi risultati a coloro che ne facevano un utilizzo intelligente. Ma come è facile dedurre, una strategia che mira ad aggirare l’algoritmo dei motori di ricerca prima o poi trova un muro davanti a sé.

Incorrere in penalizzazioni o addirittura ban del proprio sito web per utilizzare una tecnica del genere non è assolutamente intelligente. Un’Ottimizzazione SEO di qualità può dare vantaggi estremamente più soddisfacenti di una strategia basata sul Black Hat SEO, non solo nel breve periodo, ma anche in proiezione futura.

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